Una giornata da tregenda. Certamente indimenticabile per i piloti, in assoluto la più impegnativa per tutto lo staff del Santa Cruz RockShox….
Sul difficile tracciato di Mont Sainte Anne (CAN) si è corsa l’ultima delle otto prove della UCI Mountain Bike World Series. Clima tipicamente autunnale con la pioggia a rendere ancor più estremo quello stesso percorso da tutti definito il più tecnico della stagione.
Nonostante tutte queste premesse è ancora la nostra Martina Berta a brillare centrando la sua terza top five della stagione di coppa. Due volte sul podio (2ª in Val di Sole e 3ª a Snowshoe) e ben 7 volte su 8 in top ten sono i numeri che ora diventano già le solide fondamenta su cui costruire la stagione 2024
“Giornata difficilissima ed un 5º posto che per me è super positivo. Ci tenevo a chiudere bene la stagione per poter concedermi un po’ di riposo in serenità prima di tornare, carica e motivata per preparare al meglio la prossima. ” – Martina Berta
Ma se da una parte Martina ha saputo sfruttare le sue doti tecniche di guida ed un ottimo stato di forma per cogliere l’ennesimo risultato positivo, dall’altra la giovane Sara Cortinovis ha dovuto fare i conti con condizioni davvero al limite. Sotto una pioggia battente e con le difficoltà del freddo mattutino non è riuscita ad andare oltre la 24ª posizione.
Giornata difficile anche per i ragazzi. Nadir Colledani chiude in 43ª dopo che anche venerdì non è riuscito a classificarsi nello short track. Luca Braidot, dopo una brutta partenza ed un buon recupero nel corso dei primi due giri è stato poi risucchiato dal gruppo fino a chiudere in 33ª posizione pagando anche per alcune scelte tecniche errate.
“Oggi le gambe non erano al meglio, c’è poco da dire. Oltre questo ho pagato caro anche la scelta di partire con delle gomme più scorrevoli pensando che durante la gara avrebbe continuato a piovere. Invece da metà in poi il tracciato ha iniziato a compattarsi diventando pesante. Qualche tassello in più sull’anteriore mi avrebbe permesso di limitare maggiormente i danni.” – Luca Braidot